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I dati allarmanti sull’obesità 

L’obesità è ormai ufficialmente identificata come un’epidemia globale, ovvero come uno dei più grandi problemi di salute del XXI secolo. I recenti dati dell’Oms sono allarmanti: dal 1975 nel mondo l’obesità è quasi triplicata e si è assestata al 13%, con un valore assoluto di 650 milioni di individui obesi al di sopra dei 18 anni; 41 milioni i bambini al di sotto dei 5 anni in sovrappeso o obesi; più di 340 milioni i bambini e gli adolescenti tra i 5 e i 19 anni che convivono con l’obesità.

L’obesità materna

L’obesità può impattare sull’individuo fin dal suo concepimento: molto frequenti, infatti, i casi di donne incinte obese a causa di una pregressa obesità o di un eccessivo aumento di peso durante la gestazione. “L’obesità materna – afferma la dott.ssa Daniela Galliano, direttrice del Centro IVI di Roma – costituisce un serio problema che si associa a esiti avversi sia materni che perinatali: aumenta, infatti, i tassi di aborto e le complicanze ostetriche e neonatali, con conseguente riduzione del tasso di nascita di bambini in buona salute.

Oltre alle conseguenze negative di stati d’animo per la madre,“l’obesità rappresenta un importante fattore di rischio per l’insorgenza di malattie croniche durante la vita dei figli, soprattutto in adolescenza e in età adulta, come le malattie cardiovascolari, la sindrome metabolica, il diabete di tipo 2, l’osteoporosi, il cancro e il ritardo nel neurosviluppo. Infine, la programmazione fetale della funzione metabolica indotta dall’obesità può avere effetto intergenerazionale e potrebbe, quindi, tramandare l’obesità nella generazione successiva”.

Conclusioni sull’obesità

Pertanto, è fondamentale rivolgersi al medico e, contestualmente, modificare il proprio comportamento alimentare e lo stile di vita. Come? Con diete suggerite da specialisti (no a diete “fai-da-te”, ma diete di inizio gravidanza seguite dal medico) e con l’aumento dell’esercizio fisico, allo scopo di ridurre il peso nelle donne prima del concepimento di un bambino, e quindi per rompere il circolo vizioso dell’obesità intergenerazionale.

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