Alcune erbacee fresche possono essere trasformate in condimenti secchi per insaporire il cibo. Mettete delle foglie a strato unico tra due tovaglioli di carta e fatele riscaldare per 1 minuto. Questo metodo è ideale per l’essiccazione di prezzemolo, basilico e per le foglie di sedano.
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Combattere l’ansia a tavola, in modo sano
No, non si tratta di affogare nel cibo le preoccupazioni per il futuro, né di compensare stress e frustrazioni del passato con zuccheri raffinati e grassi saturi, anche se è questa la tendenza più immediata e diffusa. Gli alimenti che scegliamo e il modo in cui li mangiamo possono essere sfruttati in modo più positivo, per prevenire e placare il nervosismo e l’agitazione eccessivi, farci sentire meglio, più rilassati e più propensi a riposare bene durante la notte (con conseguenti ulteriori benefici per il tono dell’umore e la reattività psicofisica). Alcune sostanze contenute nei cibi, infatti, agiscono a livello cerebrale e se assunte nella giusta dose, con regolarità o al bisogno, possono avere un impatto positivo sulla funzionalità neuropsichica.
Annusare con la lingua, gusto e olfatto sono più legati di quanto si pensava
I ricercatori del Monell Center di Philadelphia hanno scoperto che i recettori olfattivi funzionali, i sensori che nel naso servono per avvertire gli odori, sono presenti anche nelle cellule del gusto che si trovano sulla lingua. I risultati, pubblicati su Chemical Senses, suggeriscono che le interazioni tra i sensi dell’olfatto e del gusto, i componenti primari del sapore del cibo, possono iniziare sulla lingua e non nel cervello, come si pensava in precedenza.
«La nostra ricerca – ha dichiarato Mehmet Hakan Ozdener, il biologo cellulare e autore senior dello studio – può aiutare a spiegare come le molecole degli odori modulano anche la percezione del gusto. Questo potrà portare allo sviluppo di modificatori del gusto basati sugli odori che possono aiutare a combattere l’eccesso di sale, zucchero e assunzione di grassi associati a malattie legate all’alimentazione come l’obesità e il diabete». L’ipotesi futuristica di Ozdener è supportata dal fatto che il gusto si è evoluto nel tempo per metterci in grado di valutare il valore nutritivo e la potenziale tossicità di ciò che mettiamo in bocca.
Attraverso le papille gustative siamo in grado di rilevare i gusti fondamentali del dolce, del salato, dell’acido, dell’amaro e dell’umami e le loro innumerevoli variazioni; il cervello combina i segnali forniti dai recettori del gusto, dell’olfatto e di altri sensi per creare la sensazione complessiva del sapore.
Finora il gusto e l’olfatto erano considerati come sistemi sensoriali indipendenti, che non interagivano finché le loro rispettive informazioni non raggiungevano il cervello. Ozdener è stato spinto a sfidare questa convinzione dopo che suo figlio, dodicenne, gli aveva chiesto se i serpenti estendono la loro lingua per poter annusare.
Lo studio che ne è derivato suggerisce che i recettori olfattivi possono giocare un ruolo nel sistema che porta alla percezione dei sapori interagendo con i recettori del gusto direttamente sulla lingua. A supporto di questa possibilità, altri esperimenti condotti dagli scienziati Monell hanno dimostrato che una singola cellula della lingua può contenere sia i recettori del gusto che quelli olfattivi.
Lo studio apre ai ricercatori l’opportunità di condurre numerosi altri approfondimenti: sussistono molti dubbi riguardo ai meccanismi di funzionamento dei 400 diversi tipi di recettori olfattivi umani; siccome le cellule del gusto coltivate in laboratorio rispondono agli odori, potrebbero essere utilizzate per identificare quali molecole si legano a specifici recettori olfattivi. Ulteriori ricerche potranno esplorare le modalità con cui le molecole che producono i diversi odori modificano le risposte delle papille gustative e, in ultima analisi, la percezione umana dei sapori.
Malik B, Elkaddi N, Turkistani J, Spielman AI, Ozdener MH. Mammalian Taste Cells Express Functional Olfactory Receptors. Chemical Senses, 24 April 2019.
Mangia il giusto e di gusto… sempre!
Qualunque sia il tipo di alimentazione che si segue, il consiglio è quello di evitare sempre gli eccessi. Questo perché, troppo spesso, non riusciamo a rinunciare a un cibo grasso, pieno di zuccheri, sale, additivi e aromi artificiali, a causa di una ragione chimica.
Dalla nascita siamo infatti predisposti al gusto dolce, le aziende alimentari lo sanno e dunque farciscono qualsiasi alimento con zuccheri e additivi dolci. Come evitare di cadere nella trappola tesa dalle industrie alimentari e resistere, evitando di mangiare anche se siamo sazi? Il primo step potrebbe essere quello di abituare il palato a gusti diversi, magari cibandosi di alimenti naturali, privi di grassi, sale e zuccheri, evitando il più possibile di mangiare fuori casa e sforzandosi di preparare solo ciò di cui realmente il nostro fisico ha bisogno. L’Italia è un paese con una percentuale costantemente in crescita di persone (compresi, purtroppo, anche i bambini) sovrappeso, un problema che si sta trasformando in una vera e propria piaga e in un’emergenza sociale.
Mangiare troppo equivale ad assumere più calorie ed energia di quante effettivamente il nostro corpo abbia bisogno; non riuscendo così a smaltirle tutte, queste si accumulano tramutandosi in depositi di grasso. E, dunque, di quanta energia ha necessità l’organismo? Questo dipende da diversi fattori, in primis l’età e il genere, poi l’attività fisica. Possiamo affermare che, tendenzialmente, un uomo consuma dalle 2500 alle 3500 calorie al giorno, una donna dalle 2000 alle 2500. Chi si appresta a modificare le proprie abitudini in fatto di alimentazione e, dunque, a passare da una dieta onnivora a una vegana, può inizialmente incorrere in qualche errore, come quello di cibarsi eccessivamente di alimenti grassi come oli, semi, frutta secca, consumati in gran quantità perché non sono abituati a mangiare abbastanza frutta e verdura. In questo modo capita che si incrementi la mancanza di calorie “strafogandosi” di alimenti grassi. Ad esempio, pranzare con dell’insalata, poca verdura e frutta, comporterà dopo poche ore una forte sensazione di appetito e si ricorrerà ad alimenti grassi come spuntini di frutta secca per compensare la fame sopravvenuta.
Chi invece segue una dieta tradizionale, non avrà necessità di consumare tanto cibo per arrivare alla soglia del fabbisogno calorico giornaliero, ma questo unicamente perché gli alimenti di cui si nutre sono pieni di calorie. La vera svolta è quella di intuire che si deve mangiare meglio, scegliere e selezionare i cibi naturali che la terra ci mette a disposizione, cercando di evitare quelli troppo calorici e preferendo quelli con un basso contenuto calorico, ma densi di nutrienti. Mangiamo perché abbiamo bisogno di carburante, di energia necessaria a compiere qualunque azione che muova il nostro corpo, ma anche mentre dormiamo consumiamo energia! Quali sono i cibi che ci aiutano a produrre la nostra “benzina”? Sono i carboidrati e i grassi le principali fonti di energia per il nostro corpo. E un crudista, non assumendo carboidrati, come può avere le forze per affrontare tutti gli impegni richiesti al proprio organismo? Ovviamente tramite frutta, noci, oli, semi e avocado. La frutta è fondamentale in questo senso, perché un consumo eccessivo di alimenti grassi, come possono essere appunto oli, semi e frutta secca, può portare il corpo a problemi come stanchezza, diabete, ipoglicemia, sovrappeso od obesità, mancanza di concentrazione. Come fare, allora, per evitare queste situazioni? Basta limitare il consumo di alimenti grassi al 20% delle calorie assunte quotidianamente e cibarsi di più frutta fresca. Le verdure, infatti, pur essendo una ricca fonte di vitamine e sali minerali, contengono una quantità minima di grassi e carboidrati, non sufficiente al raggiungimento del fabbisogno energetico quotidiano.
La ricetta chiave per seguire una sana dieta crudista è quella di limitare, allora, la quantità assunta di grassi, anche se buoni. Per fare un esempio, nella dieta quotidiana per raggiungere le 2000 calorie si può mangiare o un avocado, o due cucchiai di burro di nocciole o una manciata di noci. L’importante, dunque, è non eccedere. Discorso a parte riguarda invece la frutta fresca, che dovrebbe rappresentare le fondamenta di una dieta crudista salutare, perché, oltre a essere facilmente digeribile, contiene vitamine a profusione. Non dimentichiamoci, però, di consumare il giusto quantitativo di verdure nell’alimentazione quotidiana: uno degli errori in cui si può incorrere iniziando una dieta crudista è proprio quello di non prestare un’adeguata attenzione alle combinazioni alimentari. La frutta, pur fornendo energia, non contiene la quantità di vitamine necessaria al nostro organismo per una salute ottimale, vitamine che sono invece proprie delle verdure crude. Occhio anche ai fanatismi: un’alimentazione sana ed equilibrata si basa sul consumo quotidiano di frutta e verdura nel modo più naturale possibile. Da evitare, dunque, alimenti che sono sì crudi, ma accompagnati da intingoli, sale, spezie e oli grassi, che potrebbero apportare, a breve e a lungo termine, problemi importanti di salute.
Fonte: Crudostyle