Il mercurio se ingerito non ha effetti nell’organismo. Le minuscole goccioline di mercurio reagiscono con l’acido cloridrico dello stomaco formando il cloruro. Quando invece il mercurio entra in contatto con la cute viene assorbito per via percutanea, dando origine al quadro clinico noto come idrargirismo. Da un punto di vista biochimico il mercurio sembra avere una certa affinità per il legame sulfidrilico ed è quindi in grado di alterare il metabolismo cellulare. Quando vengono ingeriti i sali di mercurio i primi sintomi sono bruciore al carico del cavo orale, seguito da dolore di tipo costrittivo a livello retrosternale, con vomito e diarrea. Se invece vengono inalati i vapori di mercurio dopo poche ore compare tosse secca e stizzosa con dispnea, piressia e dolori muscolari.
Diagnosi e trattamento
Il quadro clinico, associato all’anamnesi, è quasi sempre sufficiente a formulare una diagnosi. L’avvelenamento acuto da Sali di metallo richiede un trattamento rianimativo con emodialisi. Con il mercurio metallico i sintomi acuti rispondo a misure di tipi sintomatico per cui se vi sono segni di avvelenamento cronico può essere intrapresa la terapia con dimercaprolo come per l’arsenico e con le stesse precauzioni.
Fonte: Vadecum di terapia degli avvelenamenti di Roy Goulding