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In base ai dati ottenuti dall’analisi di quasi 2.000 lavoratori ipertesi di età compresa tra 25 e 65 anni, infatti, chi è sottoposto a stress professionale e soffre di disturbi del sonno presenta un rischio di morte per cause cardiovascolari ben tre volte superiore (+300%) rispetto a chi ha una relativa serenità lavorativa e dorme bene. E ciò in assenza di fattori di rischio aggravanti come sindrome metabolica, diabete o patologie cardiovascolari note.

Anche preso da solo, lo stress lavorativo ha effetti tutt’altro che benefici sull’apparato cardiovascolare, risultando associato a un aumento del rischio di morte per cause cardiovascolari di 1,6 volte (+60%), mentre se il sonno frammentato e/o insufficiente è presente in assenza di stress lavorativo l’aumento del rischio di morte per cause cardiovascolari è pari a 1,8 volte (+80%), rispetto a chi non è interessato da nessuno dei due problemi.

In termini assoluti, in un periodo di follow-up di 18 anni, stress lavorativo e sonno inadeguato si sono associati a un rischio di morte per cause cardiovascolari pari a 7,13 per mille anni-persona contro 3,05 per mille anni-persona di chi non è stressato e dorme bene, 4,99 per mille anni-persona di chi è solo stressato e 5,95 per mille anni-persona di chi dorme male senza la componente di stress lavorativo.

Gli Autori dello studio precisano che lo stress lavorativo si instaura in situazioni nelle quali al lavoratore sono richieste prestazioni elevate a fronte di un potere decisionale minimo o nullo, ossia quando oltre a essere sotto pressione si è anche costretti a eseguire gli ordini, senza avere voce in capitolo. Viceversa, anche un forte carico lavorativo può essere ininfluente o vantaggioso per la salute se si può avere il controllo della situazione e scegliere autonomamente come agire.

Lo stress lavorativo si associa spesso a difficoltà ad addormentarsi e a risvegli precoci che lasciano ampio spazio a prolungate ruminazioni sulle difficoltà e le frustrazioni della giornata appena trascorsa o che si dovrà affrontare dopo il suono della sveglia, impedendo lo stand-by fisiologico di cui l’apparato cardiovascolare ha bisogno per mantenersi sano. Se la situazione riguarda brevi periodi (giorni o settimane) non è un grosso problema, ma se si protrae a lungo (anni) il discorso cambia radicalmente, e i rischi aumentano.

Per evitare problemi è fondamentale agire su entrambi i fronti, perché se è vero che lo stress disturba il sonno altrettanto vero è che un sonno insoddisfacente rende più nervosi e propensi a sviluppare ansia e stress. In particolare, gli esperti della Società Europea di Cardiologia (ESC) suggeriscono di:

  • imparare tecniche di rilassamento e usarle più volte al giorno;
  • seguire uno stile di vita sano (dieta equilibrata e attività fisica regolare);
  • evitare fumo, alcolici e sostanze stimolanti (eccesso di caffeina, energy drink ecc.);
  • mantenere ritmi regolari e addormentarsi e svegliarsi a orari fissi;
  • individuare strategie personali per ridurre lo stress lavorativo;
  • migliorare le relazioni sociali e aumentare i momenti di svago;
  • se il sonno non migliora, chiedere l’aiuto di uno specialista di Medicina del sonno;
  • se ansia e stress sono francamente eccessivi e difficili da controllare autonomamente, chiedere un supporto psicologico.

Fonte

Li J, Atasoy S, Fang X, Angerer P, Ladwig KH. Combined effect of work stress and impaired sleep on coronary and cardiovascular mortality in hypertensive workers: The MONICA/KORA cohort study. Eur J Prev Cardiol 2019; doi:10.1177/2047487319839183.

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