La riabilitazione cardiaca secondo una definizione correntemente accettata in Europa, negli Stati Uniti e in Canada è “la somma degli interventi effettuati sul paziente per garantire le migliori condizioni fisiche e psico-sociali”. Tale miglioramento permette ai pazienti affetti da una cardiopatia cronica di riprendere il proprio ruolo nella società. L’obiettivo principale è quello di normalizzare gli elementi di disabilità, instauratisi successivamente ad eventi cardiaci acuti. Solitamente, i candidati ideali per il training fisico sono i pazienti nella fascia di rischio bassa o intermediaria. Chi sottopone al training può ottenere i seguenti benefici:
- Riduzione della mortalità.
- Miglioramento della tolleranza allo sforzo.
- Una migliore sensazione generale di benessere.
- Un più frequente ritorno al lavoro.
Per questi motivi la riabilitazione attraverso training fisico rappresenta una componente essenziale del programma assistenziale del paziente coronaropatico. Negli Stati Uniti solo l’11% dei soggetti colpiti da un evento coronarico si sottoponeva a riabilitazione, ma negli ultimi anni la percentuale è arrivata quasi al 40%. Per quanto riguarda l’Italia non si conoscono le cifre esatte. I benefici apportati dalla riabilitazione cardiaca sui tassi di mortalità cardiovascolare potrebbero risultare meno significativi rispetto a quanto documentato dai maggiori trial, eseguiti alcuni anni fa. Per tanto l’importanza dell’esercizio fisico è riconducibile al suo effetto sulla mortalità, ma anche sul ruolo di evento catalizzatore, che promuovo altri aspetti della riabilitazione.
Un programma di training fisico riabilitativo include i seguenti stadi:
- Valutazione medica
- Stratificazione di rischio
- Prescrizione di esercizio fisico
- Educazione del paziente
- Informazione rivolta ai pazienti sulla loro malattia
Il training fisico, inoltre, si pone obiettivi a breve termine e a lungo termine.
Fonte: Riabilitazione cardiovascolare di Mediserve