Il rapporto con il corpo è decisamente centrale in adolescenza, sia che si tratti di aggressività auto o eteroriferita, o di rapporto conflittuale con il cibo, o di preoccupazioni di tipo ipocondriaco sia di interruzioni di gravidanza. Il corpo diventa un manifesto, un’arma, un nemico, il campo della propria battaglia. Lo psichiatra e psicanalista Charmet sottolinea come il corpo sessualmente maturo dell’adolescente, liberatosi nella nostra società dalla colpa, sia passato dall’ambito etico a quello estetico. Sia diventato cioè oggetto di espressione, di esibizione, di manipolazione in maniera strumentale, erotizzata, a volte spudorata. Basta pensare alle tante “iscrizioni” corporee : pearcing, tatuaggi, distanziatori ecc.
Il corpo cosa ci racconta?
Ad esempio, cosa ci racconta il corpo graffiato, tagliato, “seviziato” in quella forma di aggressività autodiretta, divenuta sempre più frequente, che è classificata con il nome di Cutting? Il cutting può rappresentare tante cose: una sorta di rito di passaggio; la ricerca di attenzione; la ricerca di auto stimolazione; il rivolgimento verso di sé dell’aggressività; la ricerca di un limite del sé corporeo. Chi si taglia ha spesso degli amici o dei compagni di classe che lo fanno, quindi inizia a farlo per una sorta di emulazione o perché ha conosciuto il fenomeno attraverso il web, i social network ed i blog. Inutile dire che quando si inizia per imitazione, le ferite sono più superficiali e in parti del corpo più accessibili e la gravità del fenomeno può ritenersi ridotta. Questi comportamenti dunque possono essere legati proprio all’adolescenza, a sostegno della fragilità narcisistica e con la funzione di supporto di identità o denotare, soprattutto se associati con altre situazioni (disturbo alimentare, depressione ecc.), quadri più problematici e pericolosi.
Il corpo del cutter sembra essere un corpo vissuto come esterno, un oggetto e non un oggetto a caso: il primo disponibile su cui scaricare rabbia narcisistica e dolore. Un corpo vissuto con una sorta di dissociazione affettiva da esso, come se corpo e pelle fossero al centro di un “gioco narcisistico scisso”.
Le motivazioni del cutting
Il Cutting tende a regolare stati emotivi di rabbia, frustrazione, senso di vuoto, vergogna. Ad esempio frequentemente il cutting rappresenta un tentativo di controllare il dolore suscitato dalla vergogna conseguente a traumi narcisistici (anche di piccola entità),un tentativo di gestire la rabbia per delle mortificazioni. Sempre secondo Charmet infatti la vergogna è un affetto tipicamente adolescenziale, molto diverso dalla colpa. La colpa si può riparare chiedendo perdono, espiando, la vergogna no, è corrosiva dell’autostima, “denutrisce il Sé”.