La maculopatia è una malattia che colpisce la retina, per l’esattezza la sua parte più importante per la visione cioè quella centrale, chiamata macula. Questa importante regione dell’occhio può andare in contro a vari processi di diverso tipo; ma più frequentemente la regione maculare viene colpita da processi di invecchiamento della retina e dei tessuti vicini, ecco perchè viene comunemente chiamata Degenerazione Maculare (DM). La DM risulta bilaterale nella maggior parte dei casi e generalmente presenta un andamento progressivo.
La maculopatia, che di solito compare a partire dalla sesta decade della vita, costituisce una delle cause più frequenti di cecità legale nel mondo occidentale. L’affezione colpisce infatti il 18-20% della popolazione anziana, con prevalenza per il sesso femminile. Nei paesi industrializzati rappresenta la principale causa di perdita irreversibile della visione centrale dopo i 55 anni, causando il 41% dei casi di cecità legale secondo l’OMS.
Le cause
Le cause della maculopatia non sono ancora state del tutto dimostrate ma sono stati individuati numerosi fattori di rischio: età superiore ai 50 anni, abitudine al fumo di sigaretta, abuso di alcol, vita sedentaria, obesità, ipertensione arteriosa, dieta povera di antiossidanti. E’ anche documentata una origine genetica, dato che anche la familiarità risulta tra i principali fattori di rischio, specie se a esserne affetti sono i parenti di primo grado.
Con i processi di invecchiamento si riduce l’apporto di sangue e di elementi nutritivi, si alterano cioè i delicati meccanismi che sovrintendono alla nutrizione delle cellule retiniche usurate. Questo comporta un accumulo di “scorie” al di sotto della macula di entrambi gli occhi che alterano la funzionalità delle cellule deputate alla visione. I disturbi ed il calo della acuità visiva sono in funzione della conseguente scomparsa (atrofia) di queste cellule.
La terapia
Nella terapia della degenerazione maculare senile di tipo neovascolare, ovvero la formaUMIDA, l’obiettivo è contrastare la formazione – o indurne la regressione – di nuovi vasi e la conseguente riduzione dell’edema e delle emorragie dell’area maculare. In particolare esistono due trattamenti che hanno dimostrato una reale efficacia:
- Iniezioni intravitreali con farmaci anti-VEGF: questa terapia sfrutta l’azione dei farmaci che, iniettati all’interno del bulbo oculare, ed esattamente nel vitreo (quella sostanza gelatinosa che riempie le cavità dell’occhio), interagiscono con il processo di neovascolarizzazione. Essi prendono il nome di farmaci anti-angiogenetici, cioè farmaci che inibiscono la formazione dei neovasi anomali responsabili della degenerazione maculare, legando e favorendo l’eliminazione dei fattori di crescita tissutali che vengono rilasciati nel vitreo dalle cellule retiniche danneggiate o sofferenti.
- Terapia laser: la terapia laser nella degenerazione maculare neovascolare sfrutta l’energia del laser diretta verso la lesione retinica (neovaso), che provoca una regressione o distruzione del neovaso stesso.
La rapida tempistica nella diagnosi e la somministrazione della terapia sono fondamentali in questa patologia. Nelle raccomandazioni dell’OMS di mettere in atto strategie per fermare quella che alcuni definiscono un’epidemia viene sottolineato che i paesi più industrializzati, la cui attesa di vita ha ormai superato gli 80 anni, sono a maggior rischio. La degenerazione maculare colpisce prevalentemente la popolazione anziana. E l’Italia diventa un paese a grande rischio. “Ecco perchè è indispensabile – sostiene Lucio Buratto, direttore scientifico del Centro Ambrosiano Oftalmico – un’azione di informazione capillare perchè, come dall’indagine demoscopica che ho fatto realizzare, traspare che solo il 10% degli intervistati conosce cosa sia la maculopatia e quali gravi conseguenze comporta”.