La terapia cognitivo comportamentale è l’ultimo trattamento consigliato nella lotta contro la sindrome dell’intestino irritabile: secondo uno studio pubblicato sulla rivista medica Gut, è più efficace nell’alleviare il disagio dei pazienti rispetto all’attuale terapia standard.
La sindrome dell’intestino irritabile interessa circa il 10% della popolazione ed è responsabile di sintomi persistenti come mal di stomaco o crampi, gonfiore addominale, stitichezza o diarrea; altri segni frequenti sono anche la flatulenza, l’affaticamento, la nausea e l’incontinenza. Nella sua forma più grave, la condizione può avere un impatto notevole sulla routine quotidiana e sulla qualità della vita di chi ne soffre, tuttavia si tratta di un cosiddetto “disturbo funzionale”, uno modo per dire che nessuno ne conosce davvero la causa, infatti non si associa a cambiamenti patologici oggi rilevabili con specifici test: la diagnosi avviene sulla base dei sintomi.
Gli attuali approcci terapeutici comprendono farmaci e consigli sullo stile di vita e sull’alimentazione, ma la terapia psicologica potrebbe costituire un metodo alternativo per gestire i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile.
Lo studio ha coinvolto 558 pazienti che presentavano sintomi da lungo tempo e che avevano provato altri trattamenti per almeno un anno: mentre alcuni hanno continuato a ricevere i trattamenti tradizionali, ad altri sono state offerte otto sessioni di terapia cognitivo comportamentale specificamente progettate per il trattamento della sindrome dell’intestino irritabile. Dodici mesi dopo, è stato il secondo gruppo a riportare i miglioramenti più significativi nella sintomatologia: sulla base di un sistema di misurazione su una scala da 0 a 500 (Irritable bowel syndrome severity scoring system – IBS-SSS), i loro sintomi sono risultati inferiori di 61 punti. Sorprendentemente, la terapia cognitivo comportamentale si è rivelata efficace anche quando non è stata impartita attraverso colloqui faccia a faccia con il terapeuta: «il fatto che sia le sessioni di terapia effettuate via telefono che quelle basate sul web si siano dimostrate efficaci è una scoperta davvero importante ed entusiasmante, – ha affermato Hazel Everitt, professore associato di medicina generale presso l’Università di Southampton, in Inghilterra, e primo autore dello studio – i pazienti possono seguire questi trattamenti al proprio domicilio, negli orari più comodi».
Everitt HA, Landau S et al. Assessing telephone-delivered cognitive-behavioural therapy (CBT) and web-delivered CBT versus treatment as usual in irritable bowel syndrome (ACTIB): a multicentre randomised trial. Gut. 2019 Apr 10. pii: gutjnl-2018-317805.