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L’ecografia è una tecnica diagnostica di imaging basata sull’impiego di ultrasuoni, semplice e rapida da eseguire, innocua, indolore e a basso costo che, proprio per queste sue caratteristiche favorevoli si è estremamente diffusa negli ultimi 30 anni, in innumerevoli ambiti clinici.

Attualmente, esistono numerose varianti di indagine ecografica che ne migliorano la risoluzione e il potere informativo in funzione delle sue applicazioni (esterna convenzionale, a colori, trasvaginale, transrettale, transesofagea).

Il principale limite della metodica risiede nel fatto di essere “operatore-dipendente”: il che significa che la sua utilità diagnostica è legata all’esperienza e alla capacità del medico che la esegue di interpretare le immagini ecografiche ottenute.

Descrizione

Generalmente, l’ecografia convenzionale viene eseguita dall’esterno, appoggiando il sensore/trasduttore dell’ecografo (simile a un microfono o a un joystick) sulla cute pulita e asciutta, preventivamente ricoperta di uno speciale gel trasparente che permette di migliorare la trasmissione dei segnali dall’interno del corpo al sensore e viceversa, rendendola più omogenea grazie all’eliminazione di bolle d’aria.

Il sensore/trasduttore invia ultrasuoni diagnostici (del tutto innocui), che attraversano i tessuti del corpo per alcuni centimetri e vengono in parte “riflessi” da questi ultimi verso il sensore/trasduttore, in modo differenziato in relazione alle caratteristiche del tessuto stesso. I segnali ricevuti e trasdotti dal sensore in impulsi elettrici vengono inviati all’ecografo che li traduce in immagini (in bianco e nero o a colori), visualizzate sul monitor in tempo reale.

Ciò permette non soltanto di visualizzare tutte le strutture presenti nell’area scansionata dall’ecografo, ma anche di valutarne i rapporti dinamici connessi al movimento fisiologico dei diversi organi.

Generalmente, il medico focalizza l’attenzione su specifici tessuti o strutture, sulla base della motivazione clinica che ha portato alla richiesta di eseguire l’ecografia e nel corso dell’esame scatta istantanee delle immagini sul monitor, che ritiene di particolare rilevanza ai fini diagnostici. Al termine dell’esame, che in media dura circa 15-20 minuti (in funzione dell’estensione dell’area da valutare, dalla qualità delle immagini che si ottengono e della situazione clinica), è sufficiente togliere il gel con salviettine di carta e rivestirsi. Il referto, in genere, viene consegnato immediatamente.

In ambito ginecologico, l’ecografia può essere effettuata esternamente (come avviene nel caso delle ecografie effettuate durante la gravidanza) oppure per via endovaginale (modalità comunemente utilizzata durante i controlli ginecologici per visualizzare meglio l’utero, le tube di Falloppio e le ovaie.

In ambito urologico, l’ecografia può essere effettuata esternamente (per esempio, per valutare lo stato dei reni) oppure per via transrettale (modalità utilizzata per indagare la prostata).

La variante transesofagea è, invece, utilizzata in ambito cardiologico, per ottenere immagini del cuore in movimento. In questo caso, l’esame prende il nome di ecocardiogramma e la sua esecuzione prevede una sedazione preliminare per facilitare l’introduzione del tubicino con il sensore/trasduttore posto all’estremità.

Quando serve

L’ecografia può essere eseguita per valutare lo stato di pressoché tutti i tessuti molli e la morfologia, il movimento e i rapporti dinamici tra organi limitrofi.

Le indicazioni più comuni dell’ecografia comprendono:

  • valutazione della colecisti (per evidenziare calcoli) e del fegato (per valutarne l’ingrossamento, la presenza di fibrosi o formazioni anomale ecc.);
  • valutazione dello stato dei reni (per localizzare calcoli, cisti o altre formazioni anomale), della vescica e della prostata negli uomini (dimensioni, presenza di formazioni anomale ecc.);
  • monitoraggio fetale durante i controlli periodici in gravidanza;
  • valutazione dello stato di utero, tube di Falloppio e ovaie, nell’ambito di controlli ginecologici di routine o finalizzati a diagnosticare/monitorare patologie specifiche;
  • diagnosi e monitoraggio del tumore del seno;
  • valutazione della dimensione, della struttura e del funzionamento dinamico del cuore, delle valvole cardiache e dei vasi connessi;
  • indagine della tiroide finalizzata a esaminarne le dimensioni, lo stato del tessuto ghiandolare e la presenza di tumori;
  • indagine delle ghiandole salivari finalizzata a esaminarne le dimensioni, stato del tessuto ghiandolare e la presenza di calcoli o tumori;
  • esame dei tessuti molli articolari (capsule articolari, menischi, tendini, legamenti ecc.).

Avvertenze particolari

In funzione della parte del corpo da esaminare e delle regole previste dal singolo Centro clinico, l’esecuzione dell’ecografia può prevedere o meno una preparazione preliminare.

Per esempio, nel caso dell’ecografia addome completo è, di norma, necessario rispettare il digiuno per 6-8 ore e presentarsi con la vescica piena al momento dell’esame, mentre nel caso dell’ecografia transvaginale, si deve evitare il periodo di flusso mestruale. Nel caso di ecografie al collo (tiroide, ghiandole salivari) o alle articolazioni non è, invece, prevista una particolare preparazione.

In genere, tutte le informazioni necessarie per arrivare in condizioni ideali al momento del test sono comunicate (a voce e per iscritto) quando si prende l’appuntamento: è bene ricordarle e attuare quanto raccomandato per evitare di non poter eseguire l’esame nel giorno e nell’ora previsti o di ottenere esiti diagnostici poco affidabili.

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