Ritmi di vita troppo estenuanti, poco tempo dedicato al sonno e al riposo, studio e lavoro:
sono questi alcuni dei fattori che hanno determinato un aumento del consumo di caffeina in età adolescenziale, fino a raggiungere dei livelli dannosi per quasi la metà degli adolescenti. Gli effetti del caffè e – di conseguenza – della caffeina in esso contenuta, sono molto incisivi sul nostro organismo. Questa sostanza, infatti, stimola la funzione cardiaca e nervosa, diminuisce l’appetito e induce il dimagrimento, aumentando la quantità di calorie bruciate dall’organismo.
Tuttavia, anche la caffeina, come molte altre sostanze, può essere rischiosa per il nostro organismo se assunta in quantità elevate. Quando è eccessiva, infatti, l’azione stimolatoria del sistema gastrico può provocare danni al sistema digerente, mentre l’azione stimolatoria del sistema cardiaco e nervoso può rivelarsi pericolosa nei soggetti che soffrono di insonnia, vampate di calore e ipertensione. Pertanto, per la salvaguardia del nostro benessere è buona norma non eccedere nell’assunzione di caffeina.
Lo studio sugli adolescenti
Per le motivazioni appena elencate, l’Università di Foggia ha realizzato uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Acta Pediatrica, su circa 1200 adolescenti per verificare quale sia il loro effettivo consumo di caffè. Agli studenti di quattro scuole del foggiano è stato somministrato un questionario anonimo e dai risultati è emerso che quasi la metà dei soggetti esaminati, compresi dai 12 ai 19 anni di età, fa un eccessivo consumo di caffeina, spesso oltre i limiti consigliati. Il 76% dei ragazzi ha ammesso di assumere caffeina quotidianamente, con prevalenza di caffè, seguito da soft drink (34,3%) ed energy drink (2,3%).
Secondo lo studio, gli adolescenti consumano in media una quantità di caffeina pari a 125,2 milligrammi, che nelle ragazze arriva anche a picchi di 126,3 milligrammi. Da questi dati si evince che il 46% dei soggetti esaminati supera la dose di caffeina consigliata dall’Accademia dei pediatri Usa (AAP), individuata in 100 milligrammi. Tra i fattori che contribuiscono all’aumento dell’assunzione di caffeina, un ruolo cruciale svolgono il nervosismo e l’agitazione maggiori tipici dell’età adolescenziale.
Angelo Campanozzi, coordinatore dello studio, spiega: “Questi risultati potrebbero essere usati per mettere in piedi una campagna di sensibilizzazione diretta a ridurre il consumo della stessa tra gli adolescenti. Poiché è durante l’infanzia e l’adolescenza che si sviluppano le abitudini alimentari, l’educazione precoce a un consumo limitato di caffè è fondamentale per ridurre possibili comportamenti sbagliati in età adulta”.