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Quegli strani mal di pancia ricorrenti

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Se pensiamo alla nostra infanzia, tra le numerose esperienze che siamo in grado di ricordare non manca certamente almeno un mal di pancia: associato a una classica indigestione, a una gastroenterite, all’assunzione di un alimento scaduto piuttosto che a un viaggio. Un episodio, insomma, che ha lasciato una traccia memorabile. Di solito, in effetti, il mal di pancia è un evento acuto e per lo più occasionale.

In alcuni bambini, soprattutto verso l’età scolare, però, esso diventa ricorrente: gli attacchi di dolore, in pratica, si ripresentano con una cadenza abbastanza regolare, anzi ciclica, di solito con frequenza mensile. Inizialmente verrebbe da pensare al classico sotterfugio a cui i bambini ricorrono per sottrarsi ai propri impegni e responsabilità. Ma quello che prima o poi sorprende è che queste “crisi” compaiono indipendentemente dalla scuola o da altri fattori: magari prima di una gita, di una festa o di un altro momento piacevole, a cui il bambino si troverà costretto a rinunciare. Se poi indaghiamo più a fondo scopriamo che nella maggior parte di questi casi c’è familiarità per emicrania. E magari emerge anche una chinetosi, ossia un mal d’auto, un mal di mare o analogo disturbo correlato a mezzi di trasporto. Cosa significa allora tutto questo?

Questi mal di pancia ricorrenti, che non saltano quasi mai l’appuntamento, delineano la cosiddetta sindrome periodica o emicrania addominale: una curiosa manifestazione che può durare fino a 72 ore accompagnata da crampi al centro dell’addome, vomito, inappetenza e spesso pallore, ronzii alle orecchie e alterazioni visive. La denominazione di “emicrania” non è casuale se si considera che l’intestino è stato giustamente ribattezzato “secondo cervello” e condivide con il sistema nervoso centrale numerosi mediatori tra cui in particolare la serotonina: essa svolge infatti un ruolo determinante nella sindrome periodica, di cui peraltro non risultano del tutto chiare le dinamiche. Il trattamento deve essere necessariamente personalizzato e soprattutto deve tenere conto di tutti gli eventuali sintomi correlati, a partire da quelli che possono ricondurre a una forma iniziale e ancora sfumata di emicrania.

Naturalmente è fondamentale differenziare il mal di pancia ricorrente da altre tipologie, per esempio da quello dovuto a intolleranza al lattosio. Quest’ultima, infatti, spesso può assumere un carattere alquanto subdolo, dando luogo a dolore addominale, diarrea e talvolta vomito non immediatamente dopo l’ingestione di questo zucchero ma al superamento di una determinata soglia.

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