Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura della Dott.ssa Maria Chiara Villa
Redazione My Special Doctor
Il Brodo Vegetale
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura della Dott.ssa Maria Chiara Villa
La piramide alimentare
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura del Dott. Piercarlo Salari
La piramide alimentare
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura della Dott.ssa Maria Chiara Villa
Perdita della memoria: invecchiamento, Demenza o Alzheimer?
1. Perdita della memoria: invecchiamento, Demenza o Alzheimer?
A volte ci sembra che la nostra memoria perda dei colpi. Capita a volte di dimenticare delle cose specialmente quando la vita si fa più complicata. Cominciamo a farci caso quando il fatto tende a ripresentarsi col passare degli anni. È fisiologico che una limitata porzione di memoria ci abbandoni invecchiando, fatto che non per questo preannuncia una condizione di demenza, tanto più che solo una bassa percentuale di anziani viene colpita da uno stato di demenza.
2. In quale momento il non ricordare rappresenta un problema?
Se un certo deficit di memoria finisce per rendere difficile gestire le proprie attività quotidiane, è una condizione evidente che va presa in seria considerazione. Dimenticare un fatto appena ascoltato o ripetere più volte la medesima domanda, ricorrere a tanti “memo” di carta per riuscire a non scordare i fatti basilari della propria giornata sono segnali di cui parlare con il proprio medico curante.
3. Se l’organizzazione della propria giornata diventa una preoccupazione costante così come risolvere anche problemi elementari, vanno allora adottate delle soluzioni
Certo, può succedere a tutti di sbagliare una indicazione, di scrivere una cifra errata su un pagamento, o scambiare una persona per un’altra, ma comincia a diventare un problema se si hanno difficoltà a fare cose come si faceva in passato. Se si perde la padronanza delle vie dove si è sempre vissuto, o se non si ricorda più di una certa direzione o di come seguire le indicazioni di una strada, bisogna interpretare questi segnali come prova di perdita progressiva di memoria.
4. Vivere con difficoltà le attività della giornata
Anche cercare sulla tv il canale preferito può diventare un problema o perfino una fatica, così come utilizzare gli elettrodomestici di casa che si sono sempre usati. Se si hanno problemi a svolgere le attività regolari di sempre come guidare da casa verso la casa degli amici conosciuti da anni, se si dimenticano le regole basilari dei giochi o degli sport solitamente praticati, allora si va facendo serio il problema della memoria.
5. Non si ricorda dovesi è lasciata la macchina, in quale via, in quale parcheggio
Un fatto accaduto sicuramente a tanti almeno una volta. Ritornando dalle compere non torna in mente il ricordo di dove si è lasciata l’auto. Se l’avvenimento si ripete con una certa frequenza meglio riferire la cosa al proprio medico, dato che potrebbero essere segni diversi di una conclamata condizione di demenza. Di solito, succede a molte persone di non ricordare dove si sono dimenticate le chiavi di casa o gli occhiali da sole, ma La maggior parte delle volte, percorrendo la via a ritroso o ricostruendo le azioni svolte in successione si riesce a recuperare sia il ricordo che l’oggetto dimenticato. Se perdere oggetti o non ricordare dove si sono lasciati diventa un fatto ricorrente, non vi è dubbio che si è di fronte a un problema di memoria…
6. Quando una persona perde la cognizione del tempo
Appena svegli, se non si ricorda subito quale giorno è, niente paura, può succedere, se già dopo qualche secondo si ricostruiscono i fatti e si focalizza il giorno della settimana o anche la data o l’impegno o attività collegati. Se invece si è proprio persa la cognizione del tempo e si confondono le date, o addirittura le stagioni, mentre un certo stato di confusione prevale nei tentativi di ricordo, vuol dire che la perdita di memoria si è estesa alla cognizione del tempo.
7. Non riuscire a ricordarsi come si è arrivati in un certo luogo
Se entriamo in una stanza e non ci viene in mente il perché si tratta di un momento di mancanza di memoria, ma qualche attimo dopo sovviene rapido il ricordo del perché, quindi un fatto che non desta preoccupazione. Può però accadere ad una persona afflitta dalla perdita di memoria di entrare in un edificio o in un negozio senza poi riuscire a ricordare quale fosse la commissione da eseguire. Le persone affette da Alzheimer a volte perdono la consapevolezza di dove si trovano, in pratica diventano come smarrite, non ricordando neppure come ci sono arrivate. È questa una vera e propria condizione per chiedere assistenza o aiuto.
8. Se la parola che si vorrebbe enunciare non viene in mente
Succede che proviamo a pronunciare in un discorso il nome di un ristorante che vorremmo consigliare, o citare il nome di un famoso attore del cinema, ma niente, vuoto assoluto. Questo succede a volte a tanti di noi. In presenza di malattia di Alzheimer si verifica una certa difficoltà ad esprimersi, a parlare ed anche a scrivere. Le persone affette possono non ricordare il nome di un loro familiare o di un vecchio amico. In pratica la persona con Alzheimer può non solo dimenticare un nome di persona a lui vicina ma anche non riuscire ad esprimere proprio un concetto non ricordando le parole che servono ad esprimerlo.
9. Appartarsi evitando di vedere amici e parenti
Naturalmente se si hanno difficoltà espressive o anche perdite significative della memoria si tende ad evitare di incontrare o frequentare amici, familiari o colleghi del lavoro, e si tende ad isolarsi progressivamente, mentre si perde interesse nella vita sociale e di comunicazione, e nelle consuete attività personali. Quando questo è lo scenario occorre fare il necessario per essere assistiti, aiutati e opportunamente curati a livello terapeutico.
10. Mettere alla prova la propria memoria con un test specifico
Se semplicemente si ha il sospetto che non si tratti di problemi fisiologici di invecchiamento o comunque non rilevanti ma si pensa di essere seriamente a rischio di una perdita progressiva e importante della memoria, con l’aiuto del medico si può ricorrere a un test di controllo della memoria. Questo può servire sia per orientare correttamente la diagnosi verso una demenza o una malattia di Alzheimer, considerando tutti gli aspetti della problematica clinica in esame, che per meglio comprendere anche l’effetto dei farmaci che la persona assume regolarmente.
11. Cosa fare in questi casi?
Se dai controlli medici effettuati non viene diagnosticato un problema di perdita di memoria, allora si può prevenire un peggioramento adottando delle strategie per allenare la memoria, leggendo libri facendo giochi che esercitano l’attenzione e la sfera intellettiva, in breve tenendosi in costante allenamento. Anche utile sarebbe aggiungere una dieta più equilibrata ed una costante attività di esercizio fisico. Se invece la diagnosi si orienta verso la demenza o la Malattia di Alzheimer occorre ricorrere alle opportune cure mediche, che prevedono tutta una serie di prescrizioni terapeutiche, consigli relativi alla prevenzione delle problematiche ricorrenti ed una guida alle metodiche assistenziali per la cura del paziente.
Perdita della memoria: invecchiamento, Demenza o Alzheimer?
A cura Redazione Medica del portale My Special Doctor
Rimedi casalinghi: cosa funziona?
Curare i disturbi con i rimedi
Meglio non dare totale credito a quanto si è sentito dire in giro in termine di rimedi curativi, sempre meglio parlarne prima con il proprio medico curante per non correre rischi , soprattutto quando gia si assumono farmaci prescritti o quelli da banco , che potrebbero avere qualche interazione con altri prodotti.
Vediamo alcuni di questi rimedi :
1.La menta piperita
La menta è ritenuta da sempre un rimedio curativo per la salute. L’olio ricavato dalla menta piperita può essere utilizzato per lenire i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile come crampi, gonfiore, gas, diarrea e costipazione , e può anche essere utilizzata contro il mal di testa. Anche se la menta viene adoperata contro altri disturbi , i suddetti impieghi sono quelli ritenuti piu indicati.
2.Miele
Il miele funziona bene contro la tosse essendo un dolcificante naturale, cosi come funzionano i prodotti da banco, soprattutto perche piu gradito di questi ultimi dai bambini. Tuttavia non va dato neonati o a bambini di età inferiore a 1 anno in considerazione del rischio di grave di intossicazione alimentare pericolosa per loro
3.Curcuma
E’ spezia di cui si parla molto , molti la ritengono un rimedio contro molti problemi, dai dolori artritici alla steatosi epatica, anche se per alcuni disturbi , come ad esempio le ulcere ,non vi sono studi a sostegno. L’assunzione di curcuma va dosato al fine di evitare problemi digestivi.
4.Zenzero
Un rimedio utilizzato per secoli in Asia contro il mal di stomaco , ma anche contro la nausea e il vomito . Va comunque considerato che in alcuni casi , soprattutto quando utilizzato con persone che hanno disturbi addominali o intestinali lo zenzero potrebbe creare problemi di interazione con altri farmaci già somministrati riduecendone l’effetto curativo e talvolta dando luogo ad effetti indesiderati.Se ne consiglia quindi un uso moderato e di confrontarsi con il parere del proprio medico.
5.Sesso
Anche se non funziona contro il mal di testa si ritiene che il sesso sia indicato come rimedio per migliorare la salute del cuore, ridurre lo stress e mantenere attiva e ben funzionante la mente.
6 .Miscela di sale in acqua calda
Utilizzando acqua bollita mista a sale ,la si può inalare per pulire le narici nasali o per decongestionarle durante un raffreddore o una condizione di rinite allergica. La miscela può anche essere adoperata per gargarismi antinfiammatori della gola.
7.Tè verde
Molto diffusa come bevanda , contribuisce a restare svegli , contiene forti che svolgono un’azione di protezione cellulare e a prevenire le malattie , oltre che a funzionare come rimedio per la prevenzione di patologie cardiovascolari e anche oncologiche.
8.Aglio
E’ stato dimostrato che l’assunzione di aglio aiuta a prevenire i tumori e a tenere sotto controllo i livelli di colesterolo e della pressione arteriosa.
9.Zuppa di pollo
Un antico rimedio contro il raffreddore e la congestione nasale , oltre alimento ideale in presenza di influenza , allorchè lo stomaco non tollera alimenti impegnativi.
10. Cannella
Una spezia molto adoperata nella preparazione di ricette e dolci , di cui si è detto che avesse proprietà di ridurre gli zuccheri nel sangue, ma non vi sono evidenze scientifiche a sostegno. Va dosata nell’assunzione tenendo conto della limitata tolleranza da parte del fegato.
11. Bagno caldo
Un rimedio molto efficace per lenire i sintomi artritici , le lombalgie o dolori muscolari.
Un bagno caldo contribuisce a migliorare la circolazione sanguigna , tenendo conto che l’acqua va usata a temperatura moderata e non troppo calda per non irritare la pelle.
12.Impacchi di ghiaccio
Negli episodi traumatici , laddove si sente la necessita di alleviare il dolore postraumatico si possono applicare sulla parte impacchi di ghiaccio messi in un sacchetto , lasciando che raffreddi la parte per una ventina di minuti con alcuni intervalli utili ad evitare un eccessivo arrosamento della pelle.
13.Vaselina
Un olio dai molti usi. Idratante,utile a mantenere la pelle umida e ad evitare gli sfregamenti . Può servire nell’evitare nel bambino le irritazioni cutanee provocato dai pannolini.
14.Candela per le orecchie
Per quanto ancora si parli di questo rimedio di utilizzare una candela per la pulizia dell’orecchio ,va detto che si tratta di una pratica pericolosa ed anche inefficace che mette in serio pericolo l’orecchio e l’integrità del timpano , che potrebbe essere forato dall’azione invasiva.
Rimedi casalinghi: cosa funziona?
A cura Redazione Medica del portale MySpecialDoctor
Arresto Cardiaco
DESCRIZIONE
L’arresto cardiaco consiste nella cessazione dell’attività cardiaca meccanica con conseguente blocco della circolazione del sangue.
La conseguente interruzione del flusso sanguigno agli organi vitali, in particolare cervello e cuore, determina il mancato apporto di ossigeno (ischemia). Per questa ragione, a meno di un trattamento tempestivo, l’arresto cardiaco provoca la morte.
LE CAUSE
L’arresto cardiaco improvviso nella maggior parte dei casi è legato a un infarto miocardico, ma può conseguire ad altre disfunzioni del cuore (per esempio artitmie) oppure a malattie cardiovascolari, respiratorie, traumatiche o metaboliche.
LE CONSEGUENZE
Ogni tessuto è caratterizzato da una differente sensibilità alla mancanza di ossigeno. Le cellule in assoluto più vulnerabili sono quelle nervose, che in carenza di ossigeno riescono a sopravvivere soltanto 2-3 minuti, intervallo entro il quale è essenziale ripristinare il flusso sanguigno, pena lo sviluppo di danni di gravità proporzionale alla durata dell’ischemia. Altre possibili conseguenze immediate dell’arresto cardiaco sono la comparsa di edemi, a seguito dello squilibrio elettrolitico, e l’insorgenza di fenomeni trombotici.
LE MANIFESTAZIONI
Le manifestazioni possono variare a seconda dei casi da improvvisa e grave difficoltà respiratoria a caduta a terra con eventuale comparsa di crisi convulsiva, incontinenza degli sfinteri, assunzione di colorito bluastro (cianosi) e possibili spasmi muscolari. Elemento caratteristico è ovviamente l’assenza di polso.
IL TRATTAMENTO
Importante la rapidità dell’intervento con avvio del massaggio cardiaco continuato e la defibrillazione immediata.
Il farmaco elettivo è l’adrenalina.
Se le manovre di rianimazione sono coronate da successo il paziente deve essere ricoverato e sottoposto agli opportuni accertamenti di laboratorio e strumentali con l’intento di identificare la causa dell’arresto cardiaco e intraprendere le necessarie strategie di prevenzione di nuovi episodi, da valutare caso per caso.
LE MANOVRE MEDICHE
- Rianimazione cardiopolmonare
- Uso del Defibrillatore
IL FOLLOW-UP
Dopo la dimissione il paziente dovrà essere sottoposto a un programma personalizzato di follow-up che può consistere nel controllo sistematico di parametri del sangue e/o ripetizione di accertamenti. sarà opportuno il monitoraggio delle condizioni cliniche con particolare riguardo all’eventuale comparsa di esiti tardivi o complicazioni (per esempio di carattere neurologico).
QUALE INTEGRAZIONE PER I DIVERSI ASPETTI DELLA RIPRODUZIONE
a cura della Dr.ssaMarisa ,D’Arrigo Psicologa Analista Junghiana , Napoli.
Ottobre-Novembre ecco il CACO: il CIBO DEGLI DEI
COME E’ ARRIVATO A NOI
I cachi, grazie alla loro colorazione accesa, sono frutti che portati in tavola mettono subito allegria. Il Caco (Diospoyros kaki, cibo degli dei) appartiene alla famiglia delle Ebenaceae, chiamato anche Dispero o più raramente Loto.
E’ originario dalla Cina “Mela d’Oriente” e fu definito anche Albero delle sette virtù che sono: lunga vita (possono vivere anche mezzo secolo), grande ombra, assenza di nidi fra i suoi rami, inattaccabilità da parte dei tarli, possibilità di giocare con le sue foglie indurite dal ghiaccio, ricchezza in sostanze concimanti il terreno e la settima virtù è data dal bel fuoco che fornisce. Successivamente si diffuse in Giappone per arrivare in Europa alla fine del XVIII secolo.
Ne esistono diverse varietà ma la più comune è la Loto di Romanga. Al momento della raccolta (tra metà ottobre e i primi di novembre) quando hanno un colore giallo-arancione e polpa dura, non sono buoni da mangiare in quanto essendo ricchi di tannini hanno un gusto astringente.
La maturazione avviene a frutto già colto, il colore cambia diventando arancione: infatti per diventare gradevole al palato deve passare da un periodo di maturazione detto di “ammezzimento” ossia la sistemazione dei frutti in contenitori, alternati con cassette di mele le quali, durante il periodo della maturazione, sprigionano due gas, l’acetilene e l’etilene, che ne accelerano la maturazione.
Vanno tenuti in un luogo fresco e asciutto in una cassetta ricoperta con un cartone. I cachi pronti da mangiare devono essere ben morbidi ma non molli, senza annerimenti o principi di muffa. Quelli per il consumo quotidiano vanno conservati a temperatura ambiente lontano da fonti di calore.
PROPRIETA’ NUTRIZIONALI (per 100 g)
Macronutrienti
Parte edibile (%): 97, Energia (kcal): 70, Acqua (g): 82, Proteine (g): 0,6 , Lipidi (g): 0,3
Carboidrati disponibili (g): 16, Zuccheri solubili (g): 16, Fibra totale (g): 2,5
Micronutrienti
Potassio (mg): 170, Fosforo (mg): 16, Vitamina C (mg): 23, Vitamina A Retinolo eq. (µg): 237
Come conferma il Programma Smartfood in scienze della nutrizione dello IEO, l’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, i cachi hanno un buon contenuto in Vitamina C, molto importante per combattere raffreddori e sindromi influenzali invernali. I cachi sono ricchissimi di carotenoidi, quali betacarotene (precursore della Vitamina A) e criptoxantina. Hanno una potente azione antiossidante, sono importanti per la crescita dei bambini, potenziano il sistema immunitario e regolano i vari processi legati alla vista oltre ad essere importanti per l’integrità della pelle. La polpa racchiude sostanze come tannini, anch’essi importanti antiossidanti, i quali sono in grado di combattere i radicali liberi, responsabili dell’invecchiamento e dell’insorgenza di numerose patologie cronico degenerative. Inoltre la polpa contiene alcuni sali minerali, quali potassio e calcio. Queste sostanze sono in grado di combattere infiammazioni intestinali e astenie da cattivo funzionamento epatico.
Essendo un frutto energetico è CONSIGLIATO a: bambini e agli sportivi. Grazie alla buona quantità di fibra e acqua, i cachi hanno proprietà lassative e diuretiche. Sono, invece, sconsigliati ai diabetici, agli obesi e a chi ha disturbi all’apparato digestivo.
CONSIGLI
I cachi maturi sono deliziosi al naturale e sono ottimi come spuntino di metà mattina o come merenda. Possono essere consumati anche come dessert mettendoli in una coppetta di vetro trasparente, togliendo il picciolo e scavando la polpa con un cucchiaino. Nelle giornate di festa, si possono anche degustare arricchiti con cioccolato fondente in scaglie e accompagnato da un buono spumante.
Crediti: Dottoressa Maria Chiara Villa
Lo svezzamento (o alimentazione complementare)
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura del Dr. Piercarlo Salari specialista in Pediatria.
Preconcetti sulla febbre
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura del Dr. Piercarlo Salari specialista in Pediatria.
Un errore assolutamente da evitare con i dispositivi elettronici
Un nuovo video podcast di My Special Doctor
a cura del Dr. Piercarlo Salari specialista in Pediatria.
GASLIGHTING
Una nuova parola si aggira negli articoli e nei discorsi: gaslighting.
Cosa significa gaslighting e cosa si intende quando parliamo di gaslighting?
Il gaslighting non è una malattia mentale ma piuttosto una forma di manipolazione psicologica.
La parola risale ad un dramma teatrale del 1938 “Gas Light”, da cui fu poi tratto un film, intitolato “Angoscia”, in cui il protagonista fa credere alla moglie che tutto ciò che percepisce, ad esempio l’aumento o la diminuzione della intensità
dell’illuminazione a gas, è falso, operando così nei suoi confronti un vero e proprio abuso psicologico che porta la donna in una dimensione di totale insicurezza e follia.
Una delle caratteristiche uniche della fibromialgia sono le zone specifiche del corpo che, se pressate, fanno male. Le persone sane avvertirebbero solo la pressione esercitata sui propri muscoli. Il sintomo del dolore è generalmente accusato da tutti i pazienti.
Poiché tradizionalmente nessun test di laboratorio o radiografia possono confermare una diagnosi di fibromialgia, si potrebbe pensare che il dolore non sia reale ma piuttosto “presente nella loro testa”. Oggi il mondo medico riconosce la realtà del dolore da fibromialgia.
La ricerca avanza l’ipotesi che il dolore possa essere causato da un problema del corpo nella percezione del dolore.
Quindi quando parliamo di gaslighting ci riferiamo ad una forma sottile, ma non per questo meno terribile, di abuso psicologico ed emotivo che si realizza quando qualcuno a cui viene riconosciuta autorità affettiva (un genitore, un amico, un partner) o reale (un professore, un capo ecc.) mette in discussione sistematicamente le convinzioni, le percezioni ed i ricordi di un altro da lui emotivamente dipendente.
Perché a volte le persone utilizzano modalità di gaslighting?
Non sempre questi comportamenti manipolatori sono consapevoli, a volte vengono utilizzati per deviare l’attenzione su tematiche che non coinvolgono negativamente il soggetto, suggerendo la colpa o la responsabilità di un’altra persona.
Il gasighting quindi comprende una serie di comportamenti che hanno come loro obiettivo quello di mantenere il potere sull’altro, negando la realtà, accusandolo di ricordare male, di non aver capito, di aver avuto una percezione errata ecc.; in ultima analisi di un eccesso di sensibilità, di confusione o di follia.
La persona può allora iniziare a dubitare delle proprie percezioni, dei propri ricordi, dei propri sentimenti… un po’ alla volta viene minate la percezione di sé e della propria stabilità. Subentrano allora dubbi, sensi di colpa, bisogno di riparare o di sottrarsi a situazioni ansiogene.
Il gaslighting può avvenire sempre nelle relazioni in cui non c’è un equilibrio di potere tra i partners. In questo senso anche nel rapporto medico paziente quando il medico non ascolta quello che il paziente ha da dirgli e, per incompetenza o per un atteggiamento difensivo, non gli dà il credito che si dovrebbe dare a chi, in quanto malato, ha sicuramente una specifica competenza.
Cosa si può fare? Interrogarsi se da parte di chi mette in atto comportamenti di gaslighting c’è volontarietà e malafede.
Questo fa la differenza: in un caso sono da stabilire chiari confini e si deve, anche esplicitandolo, cercare una maggiore chiarezza di comunicazione; nell’altro forse è necessario stabilire una giusta distanza.
GASLIGHTING
A cura Redazione Medica del portale MySpecialDoctor
Il Decalogo dedicato alla riapertura della scuola – Podcast My Special Doctor
Un nuovo podcast di My Special Doctor
con alcune utili indicazioni per positivo ritorno a scuola.
Podcast Decalogo Scuola
(fai clic per ascoltare il podcast)
LA PREVISIONE DEGLI ESITI
Una volta ripristinata la circolazione nel paziente colpito da Arresto Cardiaco, successivamente alla dimissione ospedaliera, bisogna attendere gli esiti successivi assicurandosi che, oltre all’avvenuto ripristino circolatorio spontaneo, non si manifestino danni neurologici.
I dati di sopravvivenza dipendono anche da alcuni fattori favorevoli come:
- Rianimazione cardiopolmonare rapida ed efficace
- Trattamento eseguito n un reparto d’urgenza con possibilità dotato di monitoraggio del paziente
- Ritmo iniziale di fibrillazione del ventricolo
- Defibrillazione eseguita per tempo di fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare
- Trattamento successivo all’arresto, come ad esempio terapia di miglioramento circolatorio e utilizzo del cateterismo cardiaco
- Negli adulti mantenimento di una temperatura corporea compresa tra 32 a 36° C nelle 24 ore, prevenendo il manifestarsi di ipertermia
Quotidiano Sanità – Arresto cardiaco. Ipotermia dopo rianimazione protegge il cervello
LE MANOVRE MEDICHE
- Rianimazione cardiopolmonare
- Circolazione
- Uso del Defibrillatore
- Dati rilevati a seguito di monitoraggio e terapia endovenosa
- Somministrazione di farmaci di mantenimento della vitalità cardiaca
- Trattamento delle Aritmie
- Trattamento successivo all’arresto cardiaco
SOMMINISTRAZIONE DI FARMACI DI MANTENIMENTO DELLA VITALITÀ CARDIACA
TRATTAMENTO DELLE ARITMIE
IL TRATTAMENTO
Importante la rapidità dell’intervento con avvio del massaggio cardiaco continuato (compressioni forti e veloci) e la defibrillazione immediata. Le linee guida dell’American Heart Association del 2020 per il trattamento dell’arresto cardiaco consigliano anche per i pazienti che presentano un ritmo cardiaco non defibrillante si può intervenire con una rapida somministrazione di adrenalina.
SI PROCEDE CON:
- Rianimazione cardiopolmonare di alta qualità
- Defibrillazione rapida per i ritmi defibrillatili (fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare)
- Somministrazione precoce di adrenalina
- Trattamento della causa che ha determinato l’arresto cardiaco, laddove possibile.
- Trattamento dopo la rianimazione per il ripristino circolatorio
RAPIDITÀ
MASSAGGIO CARDIACO (COMPRESSIONI FORTI E VELOCI)
DEFIBRILLAZIONE
AMERICAN HEART ASSOCIATION
LINEE GUIDA 2020 DEFIBRILLAZIONE + ADRENALINA
LE PROCEDURE
RIANIMAZIONE CARDIO POLMONARE (RCP) DI ALTA QUALITÀ
DEFIBRILLAZIONE RAPIDA (Per Ritmi Defibrillabili)
SOMMINISTRAZIONE PRECOCE DI ADRENALINA
TRATTAMENTO CAUSA ARRESTO CARDIACO
RIPRISTINO CIRCOLATORIO POST RIANIMAZIONE
LA MALATTIA
Sono alcuni segni clinici a determinare la. diagnosi di arresto cardiaco: un arresto respiratorio, l’assenza di polso e una condizione ridotto stato di coscienza. Non è praticabile una misurazione della pressione arteriosa, è presente una dilatazione delle pupille che appaiono non reattive a stimoli esterni come la luce.
Possono manifestarsi tachicardia o fibrillazione ventricolare, oppure un’asistolia o anche un ritmo bradicardico con polso non percepibile. La valutazione del paziente adulto viene fatta in base ai possibili trattamenti, considerando il quadro elettrolitico e i livelli di ossigenazione. Nel caso di pazienti pediatrici vengono presi in considerazione i valori glicemici.
Le cause di arresto cardiaco non sono facilmente rilevabili in fase di rianimazione cardiopolmonare. Gli esami clinici, l’ecografia toracica, la radiografia toracica talvolta possono riscontrare la presenza di uno pneumotorace. L’ecocardiografia permette di rilevare le contrazioni cardiache e di individuare condizioni come il sovraccarico ventricolare destro che può annunciare l’embolia polmonare, oppure l’ipovolemia grave, o anomalie del ventricolo sinistro che può determinare un infarto del miocardio.
I testi rapidi di laboratorio spesso rilevano livelli anormali di potassio, consentendo di capire che l’arresto cardiaco sia stato causato da un’aritmia secondaria.
SEGNI GENERALI
ARRESTO RESPIRATORIO
POLSO ASSENTE
RIDOTTO STATO DI COSCIENZA
P.A. NON MISURABILE
PUPILLE DILATATE E NON REATTIVE
SEGNI CARDIACI
TACHICARDIA
FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
ASISTOLIA
RITMO BRADICARDICO
VALUTAZIONE DEL PAZIENTE ADULTO
LIVELLO OSSIGENO
QUADRO ELETTROLITICO
VALUTAZIONE DEL PAZIENTE PEDIATRICO
GLICEMIA
POSSIBILI COMPLICANZE
PNEUMOTORACE
SOVRACCARICO VENTRICOLARE DX
EMBOLIA POLMONARE
IPOVOLEMIA GRAVE
INFARTO DEL MIOCARDIO
I SINTOMI
I sintomi si differenziano. Nei pazienti critici l’arresto cardiaco si accompagna ad una precedente respirazione difficoltosa e insufficiente ed anche da un peggioramento diffuso delle condizioni fisiche, riduzione pressoria significativa e alterati stati di coscienza. Nei pazienti colpiti da arresto cardiaco improvviso si manifesta con un collasso spesso seguito da episodi convulsivi o da scatti muscolari.
RESPIRO DIFFICILE E INSUFFICIENTE
RIDUZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA
STATO DI COSCIENZA ALTERATO
COLLASSO
EPISODI CONVULSIVI
SCATTI MUSCOLARI
LE FUNZIONI
L’Arresto Cardiaco provoca una immediata ischemia diffusa nell’organismo con reazioni cellulari all’interno dei vari organi compromettendone il funzionamento e, talvolta, vanificando anche le manovre di rianimazione per il ripristino circolatorio.
Conseguenze dell’arresto cardiaco sono il provocato alle cellule e la comparsa di edemi. Che rappresentano un rischio notevole per il cervello per la considerevole riduzione della circolazione cerebrale.
Si possono osservare nei pazienti sottoposti a rianimazione segni di anomalie delle funzioni cerebrali, a distanza dall’evento. con vari sintomi a carico del sistema nervoso.
Conseguenze dell’arresto cardiaco sono anche l’alterazione dell’equilibrio elettrolitico che poi è all’origine della formazione degli edemi cellulari, o anche l’insorgenza di fenomeni trombotici a livello microvascolare.
ISCHEMIA DIFFUSA
REAZIONI CELLULARI NEGLI ORGANI INTERNI
COMPARSA DEGLI EDEMI
RISCHIO CEREBRALE
ALTERAZIONI EQUILIBRIO IDROELETTRICO
TROMBOSI MICROVASCOLARE
LE CAUSE
L’arresto cardiaco improvviso proviene soprattutto da una patologia cardiaca, come ad esempio da malattie cardiovascolari già presenti o da sindromi coronariche, rappresentando la prima e più evidente conseguenza della cardiopatia. Possono esservi ulteriori cause capaci di determinare un arresto cardiaco, come lo shock circolatorio, l’insufficienza respiratoria o anche i disturbi del metabolismo.
SINDROME CORONARICA
- Sindromi coronariche acute (attacco cardiaco; infarto miocardico; angina instabile)
- Arresto cardiaco: cause, sintomi e cure
PAZIENTE A RISCHIO
ARRESTO CARDIACO
INSUFFICIENZA RESPIRATORIA
SHOCK CIRCOLATORIO
FRAMES DI ARTERIE OSTRUITE
DA DEPOSITI DI COLESTEROLO
DESCRIZIONE
L’arresto cardiaco consiste nella cessazione dell’attività cardiaca meccanica con conseguente blocco circolatorio del sangue. interrompendo il flusso di sangue verso gli organi vitali ,causa l’assenza di ossigeno e, a meno di un trattamento d’emergenza, l’arresto cardiaco provoca la morte.
Fibromialgia
Cos’è la fibromialgia?
La fibromialgia è una condizione permanente che colpisce milioni di persone nel mondo. Le persone che ne soffrono hanno muscoli doloranti e rigidi, ma non si evidenziano anomalie dalle radiografie o dalla maggior parte dei test di laboratorio. I medici la diagnosticano in base ai sintomi e a un esame clinico. Sebbene la fibromialgia non danneggi le articolazioni o gli organi, i dolori e l’affaticamento costanti possono davvero avere un duro impatto sulla vita quotidiana.
I Sintomi
Il segno tipico della fibromialgia è il dolore muscolare avvertito in tutto il corpo. In genere sono anche presenti altri sintomi.
- Affaticamento
- Disturbi del sonno
- Ansia o depressione
- Dolore articolare e intorpidimento o formicolio
I Punti Dolenti
Una delle caratteristiche uniche della fibromialgia sono le zone specifiche del corpo che, se pressate, fanno male. Le persone sane avvertirebbero solo la pressione esercitata sui propri muscoli. Il sintomo del dolore è generalmente accusato da tutti i pazienti.
Poiché tradizionalmente nessun test di laboratorio o radiografia possono confermare una diagnosi di fibromialgia, si potrebbe pensare che il dolore non sia reale ma piuttosto “presente nella loro testa”. Oggi il mondo medico riconosce la realtà del dolore da fibromialgia.
La ricerca avanza l’ipotesi che il dolore possa essere causato da un problema del corpo nella percezione del dolore.
Quali le persone a rischio?
Le donne tra i 25 e i 60 anni hanno le maggiori probabilità di sviluppare la fibromialgia. Ancora non se ne conosce la ragione ma sembra che le donne abbiano 10 volte più probabilità di contrarla rispetto agli uomini.
A livello di ricerca si ritiene che le cause potrebbero essere genetiche, anche se ancora non si conoscono i geni che ne sarebbero responsabili.
L’affaticamento è il secondo sintomo più comune. Un sintomo da non confondere con la normale stanchezza che segue una giornata impegnativa, ma di una persistente sensazione di stanchezza.
Le persone con fibromialgia possono accusare stanchezza anche al mattino dopo molte ore di sonno notturno. La stanchezza può essere maggiore in alcuni giorni limitando il lavoro le varie attività in casa o fuori, facendo peggiorare la qualità di vita della persona.
Le molte le teorie avanzate ma la ricerca non è ancora in grado di determinarne la causa principale in modo chiaro. Alcune teorie spiegano la malattia come causata da squilibri ormonali o chimici che alterano la capacità percettiva del dolore da parte dei nervi.
Altre teorie teorizzano che un evento traumatico o uno stress cronico possano aumentare le probabilità.
La maggior parte degli esperti accredita l’ipotesi che la malattia possa essere causata da un insieme di fattori concomitanti.
La Fibromialgia nella vita quotidiana
Il dolore e la stanchezza persistenti possono rendere la persona irritabile, ansiosa e depressa, con difficoltà a restare concentrata sul lavoro, a prendersi cura dei propri figli o a tenere il passo con le faccende domestiche, ad esempio.
L’attività fisica, la cura delle diverse attività, la cura dei propri hobbies possono diventare iniziative gestibili tra molte difficoltà. Il paziente appare esausto e di umore difficile, tanto da incidere anche sui rapporti sociali. I trattamenti, anche se non risolutivi, sono in grado di alleviare i sintomi migliorando la qualità di vita del paziente.
La Diagnosi
Alla visita medica è bene che il paziente sia in grado di indicare al medico i punti del corpo maggiormente dolenti, descrivendo dettagliatamente il dolore e le sue manifestazioni come intensità, periodicità, ed anche i sintomi associati come affaticamento, problemi del sonno o sintomi d’ansia. Il medico potrebbe prescrivere un esame del sangue per la fibromialgia e altri test per escludere eventuali altre condizioni cliniche.
Avere aiuto nel trattamento della Fibromialgia
Un tempo i reumatologi, i medici specializzati nell’artrite, erano gli unici a curare i pazienti affetti da Fibromialgia. Oggi, la condizione ha catturato l’attenzione di un’ampia gamma di operatori sanitari. Molte persone vengono curate dai loro medici di base. Ci si può rivolgere ai gruppi di supporto locali e agli ospedali per un elenco di esperti di fibromialgia nella propria zona.
I Triggers, fattori di attivazione
Un primo passo importante per prevenire e contrastare i sintomi per sentirsi meglio consiste nell’individuare quei fattori che maggiormente potrebbero far insorgere o peggiorare i sintomi della malattia. I triggers comuni includono:
– Clima freddo o umido
– Attività fisica insufficiente o anche eccessiva
– Fatica fisica
– Sonno insufficiente
Sonno
Molte persone affette da fibromialgia accusano un sono disturbato, con difficoltà ad addormentarsi o spesso risveglio durante la notte.
Spesso i pazienti lamentano un sonno superficiale e mai profondo e ristoratore, talvolta dando luogo ad un circolo ripetitivo di sonno insufficiente/dolore e viceversa, che tende a far peggiorare lo stato di salute.
Depressione
Quasi un terzo delle persone affette da fibromialgia soffre anche di depressione maggiore al momento della diagnosi. Con sintomi come difficoltà a concentrarsi, sentirsi senza speranza e avere poco interesse per le proprie attività preferite.
La ricerca sta indagando su varie ipotesi, tra le quali che la depressione possa essere causata dal dolore cronico e dal protrarsi della stanchezza, o che depressione unitamente a un’insolita sensibilità al dolore siano il risultato di un’alterata chimica cerebrale.
I Farmaci
L’obiettivo del trattamento è ridurre al minimo il dolore, i disturbi del sonno e i problemi dell’umore. Per alleviare i sintomi, il medico può consigliare come gli antidolorifici da banco o da prescrizione come l’amitriptilina.
I farmaci da prescrizione che trattano specificamente il dolore della fibromialgia includono:
- duloxetina
- milnacipran
- pregabalin
Attività Fisica
L’attività fisica può ridurre il dolore e migliorare la forma fisica. Fare esercizio solo tre volte a settimana può alleviare la stanchezza e la depressione, ma farlo in modo moderato. Camminare, fare stretching e fare acquagym sono ottime soluzioni per iniziare.
La Dieta
La scelta alimentare può avere un ruolo nella fibromialgia, ma non lo stesso ruolo per tutti. Per alcuni pazienti alimenti o ingredienti, come l’aspartame, il glutammato monosodico, la caffeina e i pomodori, sembrano peggiorare i sintomi per alcune persone. Conviene individuare nella propria dieta quali alimenti possono rappresentare dei fattori scatenanti dei sintomi, tenendo un diario degli alimenti ammessi nella dieta o sospesi per verificarne gli effetti sui sintomi.
Il Massaggio
Strofinare, e massaggiare le parti dolenti può aiutare ad alleviare il dolore. Sessione regolari da circa 20 minuti ognuna possono certamente far parte del trattamento.
Agopuntura
Questa pratica tradizionale cinese utilizza sottili aghi inseriti nei punti chiave del corpo per ripristinare il flusso di energia. Dal punto di vista medico, il processo può influenzare i nervi, i muscoli e il tessuto connettivo. Molti pazienti traggono beneficio da questo trattamento.
Nebbia fibrosa
Talvolta i pazienti lamentano una difficoltà a concentrarsi, un sintomo definito come “fibro nebbia” , che può essere mitigato da un trattamento per il dolore e l’insonnia , ma anche da un’abitudine del paziente a prendere nota scritta delle cose da tener presenti o ricordare , e ad esercitare la propria attenzione leggendo libri o risolvendo cruciverba.
Fatica
È uno dei fattori scatenanti più comuni delle riacutizzazioni. Anche se non si può eliminare del tutto lo stress dalla propria vita, lo si può almeno ridurre. Individuare quali sono i fattori di maggiore stress cercando di evitare quelli più dannosi. Utilizzare eventualmente discipline di aiuto come lo yoga, la meditazione e altre tecniche di rilassamento, mettendo da parte attività o fatiche non necessarie, alleggerendo i fattori di stress.
I Miglioramenti
Molte persone affette da fibromialgia scoprono che i loro sintomi e la qualità della loro vita migliorano molto quando trovano un trattamento efficace e adattano il loro comportamenti e le proprie abitudini. La maggior parte delle persone è in grado di lavorare e svolgere le normali attività.