Una volta ripristinata la circolazione nel paziente colpito da Arresto Cardiaco, successivamente alla dimissione ospedaliera, bisogna attendere gli esiti successivi assicurandosi che, oltre all’avvenuto ripristino circolatorio spontaneo, non si manifestino danni neurologici.
I dati di sopravvivenza dipendono anche da alcuni fattori favorevoli come:
- Rianimazione cardiopolmonare rapida ed efficace
- Trattamento eseguito n un reparto d’urgenza con possibilità dotato di monitoraggio del paziente
- Ritmo iniziale di fibrillazione del ventricolo
- Defibrillazione eseguita per tempo di fibrillazione ventricolare o tachicardia ventricolare
- Trattamento successivo all’arresto, come ad esempio terapia di miglioramento circolatorio e utilizzo del cateterismo cardiaco
- Negli adulti mantenimento di una temperatura corporea compresa tra 32 a 36° C nelle 24 ore, prevenendo il manifestarsi di ipertermia
Quotidiano Sanità – Arresto cardiaco. Ipotermia dopo rianimazione protegge il cervello